
I fatti, invece, latiteranno.
A Palermo vi è un parco intitolato all’imprenditore ucciso nel 1991 per essersi ribellato ai suoi estorsori. Si trova ad Acqua dei corsari, su via Messina Marine. Quello è il luogo in cui venivano accumulati parte degli sfabbricidi del “sacco di Palermo”, una cicatrice di uno dei periodi più bui di Palermo.
In estrema sintesi la vicenda è questa: nel 2003 si avvia la progettazione della messa in sicurezza d’urgenza dell’area e si provvede ad una prima caratterizzazione dei suoli. Nel 2007 vengono appaltati gli ulteriori lavori di messa in sicurezza e con una decisione di Comune di Palermo e Invitalia, contrariamente a quanto indicato dai progettisti, si prevede la seconda caratterizzazione a cantiere concluso.
Nel novembre 2010 iniziano tali attività e da allora, per incongruenze tra i risultati della ditta aggiudicataria e i campioni dell’ARPA, inizia un tira e molla che ad oggi non si è concluso. Il risultato è che il Comune di Palermo ha abbandonato del tutto il parco che è diventato (nuovamente) una discarica a cielo aperto (amianto, RAEE, sfabbricidi).
Già nel 2013 i nostri deputati all’ARS avevano sollevato la vicenda, a seguito delle numerose segnalazioni da parte di cittadini e di un comitato costituito ad hoc. L’allora Assessore Marino aveva risposto che il 23 aprile 2013 l’Assessorato aveva diffidato Invitalia a “trasmettere entro 15 giorni il ricalcolo dei dati analitici relativi alla caratterizzazione secondo i criteri stabiliti dall’ARPA” e che il 23 maggio 2013, trascorso infruttuosamente tale termine, diffidava ulteriormente Invitalia, comunicando che “qualora non dovesse essere trasmesso quanto richiesto, si procederà alla revoca del finanziamento, al recupero delle somme già erogate dallo scrivente, all’affidamento dell’incarico ad altra Società nonché alla trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti ed all’Avvocatura dello Stato affinché vengano posti in essere tutti gli atti necessari per tutelare questa amministrazione”.
Lo stesso Presidente Crocetta, durante una commemorazione, era stato investito della vicenda da un comitato di cittadini. E l’impegno era stato preso.
Nel frattempo trascorrerà un altro 29 agosto e la testimonianza del ricordo di Libero Grassi sarà purtroppo ancora una volta un parco-discarica che, indipendentemente dalle responsabilità che faremo di tutto affinché vengano accertate, è l’emblema di una Amministrazione pubblica inefficace e di una politica che, oltre le belle parole, proprio non riesce ad andare.
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