Emergenza periferie? La SICILIA è FUORI!

  • 10 gennaio 2017
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Negli ultimi anni  parlare di questione meridionale e periferie urbane ed aree degradate sembra essere diventato lo sport, o forse l’hobby, di una classe politica che pensa di riconquistare i cittadini cambiando i titoli o i nomi alle cose ma senza mai arrivare ad obiettivi e cose concrete.

Durante le campagne elettorali va di moda parlare sempre di “questione meridionali” ma durante le legislature fa sempre bene parlare di “periferie”.

Nel 2014 entra nel nostro ordinamento, con la legge di stabilità per il 2015 (articolo 1, comma 431 della legge 23 dicembre 2014, n. 190), un programma straordinario triennale per «Interventi per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate» (sancito da un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 ottobre 2015 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 249 del 26 ottobre 2015) con cui si stanziava un fondo di 44 milioni di euro per il 2015 e di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per complessivi euro 194 milioni di euro. Questo primo programma prevedeva tempi strettissimi per la presentazione dei progetti tant’è che i comuni restarono a bocca asciutta poiché il governo tardò lui stesso a pubblicare sia i bandi che la modulistica. Passati quindi gli slogan della legge di stabilità tutto tornò nel silenzio e dei 194 milioni di euro a tutt’oggi non si sa bene che fine abbiano fatto.

Nel 2015, alla vigilia delle elezioni comunali di alcuni importanti capoluoghi di provincia (vedi post), come Torino, Roma, Napoli e Milano, ecco che rispunta nuovamente il tema delle periferie rimodellato ad hoc proprio per le città che andavano al voto; un nuovo programma straordinario per la “riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia” (vedi l’articolo 1, commi 974-978, della legge n. 208 del 2015, legge di stabilità per il 2016):

  • Il comma 975, recita testualmente: «Ai fini della predisposizione del Programma, entro il 1o marzo 2016 gli enti interessati trasmettono i progetti di cui al comma 974 alla Presidenza del Consiglio dei ministri, secondo le modalità e la procedura stabilite con apposito bando, approvato, entro il 31 gennaio 2016, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281».
  • Il comma successivo, 976, prevede la costituzione, composizione e modalità di funzionamento, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un nucleo per la valutazione dei progetti di riqualificazione. Per l’attuazione del programma straordinario è istituito un fondo di 500 milioni di euro (comma 978).

Ora, finalmente, con il dlcm 06.12.2016 è disponibile la graduatoria dei luoghi inseriti nei progetti di riqualificazione.

La Regione Sicilia,  viene APPARENTEMENTE  “premiata” dai numeri: tutte le ex provincie, ad eccezione di Siracusa, e le città metropolitane di Palermo, Messina e Catania sono state inserite nella graduatoria di cui sopra (anche se questo risponde ad una precisa volontà politica renziana di approvare tutti i progetti presentati a prescindere dalla loro qualità effettiva ed in assenza, ovviamente, di coperture finanziare), ma essendo che solo i primi 24 progetti verranno finanziati, solo la città di Messina riceverà i fondi

L’ammontare complessivo di tutti i progetti è di oltre 2 miliardi ed i capoluoghi siciliani hanno presentato progetti per oltre 236 milioni di euro (certo risulta strano che le città metropolitane di Catania Palermo e Messina abbiano presentato 3 progetti, ipoteticamente differenti, tutti e tre esattamente di 40 milioni di euro l’uno), ma così come recita l’articolo 1 comma 2, saranno finanziati immediatamente i progetti dal numero 1 al numero 24, tutti gli altri dovranno attendere.

Personalmente mi impegnerò a tracciare i passi anche attraverso la commissione d’inchiesta sulle periferie di cui sono membro, nel ruolo di capogruppo, insieme alla Collega torinese Laura Castelli sia per monitorare la qualità di questi primi 24 progetti che riceveranno i finanziamenti, sia per verificare che fine hanno fatto i 194 milioni della legge di stabilità del 2015, sia per verificare che tutti gli altri progetti in graduatoria rispondano effettivamente alle esigenze delle nostre periferie che non vogliono progetti a pioggia ma soluzioni reali per risolvere situazioni puntuali che devono essere dettati dal territorio con una visione d’insieme (così come ha fatto la città di Torino).

Proprio per quest’ultimo motivo abbiamo chiesto nella commissione monocamerale sulle condizioni di sicurezza e degrado delle città e periferie l’elenco dei progetti presentati.

Proprio oggi in questa commissione abbiamo audito il Capo della Polizia di Stato Gabrielli che ha condiviso con noi la situazione delle 14 città metropolitane; ne è emerso un quadro devastante caratterizzato, da una parte, da forze dell’ordine si carenza di organico e dall’altra da intere aree delle nostre città caratterizzate da sale da gioco, spaccio, immobili occupati e carenza di servizi pubblici.

Una situazione che vogliamo contribuire a migliorare non con progetti spot ma con una visione organica ed urbanistica dei territori e dei loro problemi.

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