Procedure negoziate: come spartirsi la torta del G7?

  • 21 gennaio 2017
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Per la realizzazione degli interventi funzionali alla presidenza italiana del G7 si procede con affidamenti in deroga e nel mancato rispetto dei principi dettati dalla riforma appalti 

Confidavamo, con l’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti (D.lgs. 50/2016), che alcuni dei vecchi problemi del passato legati al mondo degli appalti si sarebbero risolti e che finalmente, attraverso una concreta e puntuale attuazione dei principi e dei criteri direttevi espressi nella Legge delega n.11/2016, sarebbe stato più semplice agire con maggiore trasparenza e nel rispetto delle regole.

 Il tanto acclamato nuovo codice degli appalti è stata la diretta imposizione di tre direttive comunitarie (2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE) che in diverse parti rispondevano all’esigenza, da un lato, di “predisporre procedure non derogabili riguardanti gli appalti pubblici e i contratti di concessione” e, dall’altro, di assicurare, per le procedure di acquisizione di servizi, forniture e lavori da  applicare in occasione di emergenze di protezione civile, “l’espresso divieto di affidamento di contratti attraverso procedure derogatorie rispetto a quelle ordinarie, ad eccezione di singole fattispecie connesse a particolari esigenze collegate alle situazioni emergenziali”. 

Spesso si parla del paese Italia per la sua corruzione ma trovandomi a ripetere ed a leggere sempre le stesse considerazioni, inizio a pensare che si finga di non sapere che ciò che la corruzione utilizza per manifestarsi è “semplicemente” previsto dalle norme che questo paese si impone. A tal proposito, è interessante esaminare il recente Decreto legge 29 dicembre 2016, n. 243 – recante  “Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno” – che all’art. 7 prevede a norma di legge “interventi funzionali alla presidenza italiana del G7 nel 2017, in quanto imprevedibili in relazione a consistenza e durata dei procedimenti, costituiscono presupposto per l’applicazione motivata della procedura di cui all’articolo 63, comma 1, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50” ovvero l’utilizzo di procedure negoziate senza pubblicazione dei bandi.

Quindi, in sintesi, si stabilisce che gli  appalti pubblici di lavori, forniture e servizi da aggiudicare da  parte  del Capo della struttura  di  missione  “Delegazione  per  la  Presidenza Italiana del Gruppo dei Paesi più  industrializzati”  per  il  2017 andranno in deroga alle procedure ordinarie dettate dal Nuovo Codice; questi contratti, dunque, potranno essere aggiudicati con procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, così come previsto dall’art. 63 del D.lgs. 50/2016.

Così mentre le dichiarazioni politiche riempiono da più di un anno i giornali con dichiarazioni che vogliono classificare il nuovo codice come lo strumento ideale che permetterà il ritorno della legalità (sottolineando l’importanza di evitare l’affidamento dei contratti attraverso procedure derogatorie, visto il ripetersi di vicende di “malaffare” ormai note a tutti: dalle strutture per il G8 del 2009 alla Maddalena, a Venezia per il MOSE, da Milano per l’Expo 2015 allo scandalo di “Mafia Capitale”) il Governo con questo ulteriore Decreto Legge non sembra avere la reale volontà di invertire la tendenza ad un ricorso eccessivo (e spesso e volentieri improprio) alle procedure derogatorie rispetto a quelle ordinarie, in particolare nei casi in cui, peraltro, non sembrano sussistere i presupposti di estrema urgenza che ne legittimino l’utilizzo.

Nello specifico il decreto si preoccupa di autorizzare, per la realizzazione degli interventi funzionali alla presidenza italiana del G7 (manifestazione già in calendario da più di un anno) procedure derogatorie, nonostante a mio avviso vi sia stato tutto il tempo sufficiente per l’espletamento delle procedure ordinarie. Come è possibile, dunque, considerare tali interventi come “imprevedibili”? a quali situazioni di emergenza si collegano? era strettamente necessario fare ricorso alla procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara?

Abbiamo nuove regole ora, ma le cattive pratiche sembrano avere la meglio; poco o nulla sembra cambiare nella giusta direzione! ancora una volta, non possiamo non segnalare delle criticità nell’operato di questo Governo, che preferisce (anche quando le circostanze non lo richiedono) agire in deroga piuttosto che favorire la concreta attuazione dei principi di trasparenza e concorrenza nell’affidamento degli appalti.

Da adesso in poi, ci aspettiamo un deciso cambio di rotta (ancora possibile); per dare senso ad una riforma che, per il momento, non sembra dare i risultati sperati (sotto diversi punti di vista) occorre coinvolgere tutti e pretendere che ad ogni livello sia più viva la cultura del rispetto delle regole, a cominciare in particolare da chi, queste regole, le detta!

Per fortuna questa non è solo una mia convinzione, anche l’ANAC si è espressa in tal senso e mi auguro (anche se ho seri dubbi) che il Governo e la maggioranza si adegui a tale criticità sollevata.

Per tale ragione ho depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo quali siano state le specifiche motivazioni che hanno “costretto” il governo ad autorizzare le procedure negoziate senza neppure la pubblicazione dei bandi per tutti gli interventi necessari al G7 di quest’anno e contemporaneamente ho depositato 4 emendamenti al Decreto Legge (vedi pdf a questo link) volti proprio a cercar di ridurre il rischio dell’infiltrazione del malaffare che rischia di allungare l’elenco dei grandi eventi italiani diventati la principale porta di ingresso della corruzione.

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Altri Documenti:

DPCM 24 giugno 2016 – istituzione Delegazione per l’organizzazione della Presidenza italiana del Gruppo dei Paesi  più industrializzati;

Decreto legge 29 dicembre 2016, n. 243 – Interventi urgenti  per  la  coesione  sociale  e territoriale, con particolare riferimento a situazioni  critiche  in  alcune  aree  del Mezzogiorno.

Parere dell’ANAC sul DL Mezzogiorno

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