Tre proposte per agevolare la mobilità elettrica

  • 20 maggio 2017
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Il problema delle emissioni inquinanti va affrontato in maniera decisa e senza tentennamenti o perdite di tempo. Da pochi giorni la Commissione europea ha infatti inviato all’Italia un parere motivato in merito alla procedura di infrazione concernente la cattiva applicazione della direttiva  relativa alla qualità dell’aria e al superamento dei valori limite di PM10. Il parere motivato è il secondo stadio della procedura d’infrazione comunitaria, un ultimo avviso prima di un eventuale (e in questo caso pressoché certo) ricorso in Corte di giustizia dell’Unione europea.

Il PM10 provoca nel paese più di 66 000 morti premature, rendendo l’Italia lo Stato membro più colpito in termini di mortalità connessa al particolato, secondo le stime dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). Inoltre arreca ingenti danni al nostro patrimonio archeologico e monumentale. È necessario dunque intervenire a livello legislativo con misure incisive che favoriscano la riduzione dell’inquinamento dell’aria. Inoltre la Strategia Energetica Nazionale prevede espressamente che gli incentivi al rinnovo del parco auto siano proporzionali al differenziale di emissioni e di efficienza energetica, con un riferimento anche all’importanza della rete delle colonnine di ricarica. Le misure fiscali e gli incentivi sono infatti uno strumento importante per favorire alcuni comportamenti virtuosi dei consumatori e contribuiscono ad ampliare e sostenere il mercato delle tecnologie innovative, dotate di maggiore sostenibilità ecologica e energetica, soprattutto durante le fasi iniziali.

Ho proposto tre emendamenti alla manovra correttiva dei conti pubblici (la cosiddetta “manovrina”), che saranno votati in questi giorni, per favorire la diffusione del trasporto elettrico:

Il primo (n. 27.91 AC 4444) prevede l’istituzione da parte dei comuni di aree a parcheggio nei centri storici da destinare, su richiesta degli interessati ovvero i proprietari di auto elettriche, a locazione agevolata e comunque con un canone annuo non superiore a 300 euro. I comuni sono anche tenuti a stipulare convenzioni con le società di distribuzione dell’energia elettrica al fine di installare, in tali aree adibite a parcheggio, colonnine di ricarica elettrica, senza oneri per la finanza pubblica. Ai titolari della locazione agevolata l’uso delle colonnine di ricarica elettrica viene concesso a titolo gratuito.

Il secondo (n. 27.90 AC 4444) istituisce un fondo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019, da destinare alle agevolazioni fiscali per l’acquisto di auto elettriche e di colonnine per la ricarica elettrica ad uso residenziale e domestico da installare in aree private.

Il terzo (n. 52.11 AC 4444) prevede, a cura delle Province, l’istituzioni di aree per la ricarica dei veicoli elettrici stipulando convenzioni con le società di distribuzione dell’energia elettrica nelle intersezioni delle strade provinciali con le piste ciclabili e lungo le strade provinciali, con un intervallo massimo di 30 Km.

Già durante la scorsa legge di stabilità avevo proposto emendamenti simili, che furono clamorosamente bocciati. Mi auguro che l’approvazione di questa manovra sia dimostrazione del raggiungimento di tempi più maturi per il nostro paese, per quanto riguarda la difesa dell’ambiente e della salute.

In Europa, come spesso accade su varie tematiche, non c’è uniformità nelle politiche di agevolazione del trasporto elettrico. Molti paesi, soprattutto dell’est, non fanno nulla, mentre la maggior parte dell’area UE ricorre ad agevolazioni riguardanti le varie imposte, come la tassa di circolazione o il bollo auto (tra questi paesi anche l’Italia). Dopo un’iniziale spinta dell’Irlanda, che è stata la prima nazione a proporre incentivi consistenti e a diffondere le colonnine di ricarica, i casi europei più virtuosi nelle misure di incentivazione della mobilità elettrica sono Norvegia e Francia.

Quest’ultima rappresenta un’avanguardia per quanto riguarda la diffusione delle colonnine di ricarica. Anche sulla rete autostradale. Il governo francese ha infatti stilato un piano per la diffusione delle stazioni di ricarica per auto elettriche, che prevede sovvenzioni per l’allestimento di colonnine  in luoghi pubblici ma anche su suolo privato o nei posti di lavoro. La Francia ha anche aumentato il bonus per l’acquisto di un’auto elettrica facendolo arrivare a 7.000 euro. In più, il 25% dei mezzi di trasporto usati dal governo dovranno essere ibridi o elettrici.

Il mercato norvegese è un caso particolare. Come riportano le agenzie di stampa, nel primo mese del 2017 le auto elettriche e quelle ibride hanno infatti battuto per vendite quelle a benzina e diesel, con una percentuale complessiva del 51,4% (nel dettaglio rispettivamente 17,6% e 33,8%) confermando un trend che vede la Norvegia al secondo posto mondiale per vendite di veicoli elettrici ed ibridi – 500mila già in circolazione – alle spalle della vastissima Cina. In Norvegia non esistono solo gli incentivi, come sostanziose detrazioni fiscali, ma anche molti vantaggi pratici come l’esenzione dal ticket sui traghetti e nelle autostrade, la disponibilità di posti riservati nei parcheggi e la possibilità di circolare sulle corsie dei bus. Anche le strutture di ricarica sono molto diffuse in quel paese, con l’obiettivo di arrivare a una colonnina ogni 10 veicoli elettrici entro il 2020. il Governo norvegese ha anche comunicato l’obiettivo di vietare la vendita dei mezzi con motori alimentati da carburanti fossili a partire dal 2025, anche se non sono stati ancora fissati i dettagli di questa misura.

Da non sottovalutare anche l’esempio della Svezia, dove un premio è concesso per l’acquisto di un nuovo veicolo elettrico o ibrido di circa 2.000 € per gli ibridi e di circa 4.000 € per le auto a zero emissioni. Un’esenzione quinquennale dalla tassa annuale di circolazione vale per le auto “verdi” (auto elettriche e auto ibride plug-in). È prevista inoltre una notevole riduzione della tassazione per le auto aziendali elettriche e ibride plug-in.

I casi qui elencati rappresentano ottimi esempi di politiche, valide e lungimiranti, sulla riduzione delle emissioni inquinanti. Da quando anche Cina e India hanno adottato misure per favorire la diffusione dell’auto elettrica, l’andamento del mercato è destinato a crescere in maniera rapida e irreversibile. Anche l’Italia dovrebbe dotarsi di una politica programmatica a lunga scadenza per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero e questi tre emendamenti rappresentano un contributo importante in questa direzione. Quella di ridurre le emissioni deve essere una chiara volontà politica, espressa in ogni fase istituzionale. Alla luce di quanto è stato dichiarato in commissione trasporti dal ministro Calenda, mi auguro che questi emendamenti vengano accolti, (e vengano estesi anche alle bici elettriche, per le quali il boom di vendite è oramai consolidato), possibilmente prevedendo ulteriori coperture finanziare, che favoriscano così l’adozione di mezzi di trasporto a “emissioni zero” e la rendano più rapida e conveniente.

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