C’è chi dice che il Parlamento è uno Stato nello Stato, una zona franca dove le leggi si applicano, diciamo, con un certo margine di autonomia. Un fenomeno che ha fatto allontanare sempre più i cittadini i dall’istituzione ed ha battezzato la nascita del termine “LA CASTA”!
Ma come se ciò non bastasse, martedì ho assistito ad una seduta della Corte Costituzionale che a breve si dovrà esprimere (causa geometra Lorenzoni) proprio sull’autodichia a seguito di un dipendente del senato che rivendica un suo diritto (previsto dallo statuto dei lavoratori), negatogli dall’amministrazione del Senato, poiché appunto l’istituzione si è avvalsa del principio di autodeterminarsi, grazie appunto all’autodichia.
Reputo questa causa importante non solo perché potrebbe portare a rivedere (ed annullare) questo privilegio di autodeterminazione ma soprattutto perché (SE I GIORNALI NE PARLASSERO) potrebbe riavvicinare i cittadini alle istituzioni, potrebbe far capire che nella cosiddetta CASTA convive anche una diffusa ingiustizia che taluni soggetti subiscono e per il quale gli è negato lamentarsi o addirittura rivendicare un diritto che fuori da questi palazzi è riconosciuto.
È opinione comune che all’interno di certi palazzi le leggi dello Stato si applichino a seconda del momento e dell’argomento! Ma dopo aver sentito la seduta della corte Costituzionale si rimane allibiti, sconvolti! In quella seduta io credo si sia andato davvero oltre. Infatti mentre gli avvocati che rappresentavano il Senato e la Presidenza della Repubblica sono stati decisamente più cauti ma coerenti nel cercare di difendere il principio di Autodichia come qualcosa di cui si ha ancora bisogno (e questa ovviamente non è la mia posizione), l’avvocato della Camera dei Deputati ha addirittura detto che l’Autodichia di quest’organo è da intendersi come un’AUTARCHIA (un organo assolutamente indipendente da tutto e da tutti). Vi chiedo di rifletterci anche voi poiché questa affermazione ha dell’assurdo; come se non ci fossero bastati gli scandali delle spese pazze, degli affidamenti senza gara, delle consulenze senza limiti, dei palazzi in affitto senza clausola di recesso, e tanto altro.
Mi auguro che la Presidente Laura Boldrini che tanto parla di CASA DI VETRO, che il MoVimento 5 Stelle che parla di APRISCATOLE, che il Presidente Sergio Mattarella che parla di lotta agli sprechi si indignino quanto me per queste affermazioni poiché così facendo si continuano ad allontanare i cittadini dalle istituzioni ed allo stesso tempo, rispetto ai dipendenti di queste istituzioni (Camera, Senato, Magistratura e Presidenza della Repubblica) si fa loro credenze che per il solo motivo di aver vinto un concorso (perché è questo l’unico strumento previsto dalla legge per diventare tali) devono stare zitti e subire ed accettare qualsiasi decisione presa su di loro.
A pensarci bene, anche questo va in conflitto con l’autarchia, è come se si decidesse al momento, a caso, quali leggi sono degne di essere usate dentro quei palazzi e quali no. Non è autarchia quando si deve assumere il personale ma è autarchia quando si devono decidere le mansioni dello stesso, non è autarchia se si deve fare una gara per comprare la carta igienica ma è autarchia quando si devono dare milioni di euro per l’affitto di palazzi ad un soggetto ben preciso che neppure li possedeva.
Voglio infine ringraziare il Geometra Sig. Lorenzoni che in perfetta solitudine (quantomeno finanziaria visto le spese di avvocato che sta affrontando in difesa di un diritto) sta difendendo un diritto dei lavoratori, il Presidente Emerito della Corte Costituzionale Ferdinando Imposimato che tanto mi ha spiegato sulla materia ed il combattivo Avvocato Felice Besostri che puntualmente interpreta ed applica i principi costituzionali in difesa del Diritto.
Questo il mio intervento in aula di oggi (27 settembre 2017).