Cancelleri ondivago: sull’abusivismo edilizio siamo al quarto stop&go … gli altri tacciono e quindi acconsentono?

  • 2 ottobre 2017
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2 ottobre 2017

Quando si ha a che fare con tematiche complesse e di forte interesse pubblico è tipico che la politica non se ne occupi, di rado capita che le posizioni di chi è chiamato a rappresentare i cittadini possano rivelarsi incerte, dubbiose e piuttosto oscillanti: l’approccio M5S nei confronti del fenomeno degli abusi edilizi ne è purtroppo un esempio lampante!

La politica urbanistica del Movimento 5 stelle, alla luce delle più recenti notizie di stampa, appare confusa, a tratti quasi scomposta; si finisce, nella migliore delle ipotesi, con il considerare gli abusi edilizi come un problema di poco conto e, in qualche caso, come un fenomeno che può essere ammesso e giustificato sulla base di chissà quali fantasiosi presupposti. E’ mia opinione invece che il problema vada affrontato con metodo non solo perchè costituisce un’enorme ingiustizia nei confronti di tutti quei cittadini che con fatica e sacrifici cercano di rispettare tutte le normative, ma anche perchè gli abitanti di questi immobili (che nella maggior parte dei casi non versano alcun contributo al proprio comune): producono rifiuti che il comune deve gestire e smaltire (con un servizio pagato dagli altri cittadini), consumano acqua e producono reflui (abusivi o meno e di conseguenza il comune interviene per le manutenzione e distribuzione), percorrono strade magari illuminate determinando (anche se in quota parte) un’usura che poi è sempre il comune a dover intervenire pesando sulle tasche degli altri cittadini contribuenti…ma soprattutto, visto che spesso questi immobili si trovano anche in zone a rischio o comunque non inserite nei percorsi di soccorso della pianificazione urbanistica, in caso di emergenza (giustamente) lo Stato deve intervenire anche per aiutare le eventuali persone che si trovassero in difficoltà. Io dico semplicemente che tutto ciò non è giusto.

Tornando invece alle dichiarazioni fatte in tv o a mezzo stampa o attraverso altri candidati del Movimento potrei dire che siamo giunti alla Stella Urbanistica 4.0

La prima versione (il 9 agosto 2017 rivedibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=HdhbBPwb-SI ) è stata quella del candidato alla presidenza Giancarlo Cancelleri che si spinge in territori a lui evidentemente inesplorati, fino ad offrire una singolare e non ben definita distinzione tra “l’abusivismo che non è tollerabile” e “l’abusivismo di necessità”!

Quale può essere il fondamento di questa classificazione??? Nella sua disquisizione, da una parte ci sono quelli “che non hanno i quattrini” e sono in attesa di avere affidato un’immobile dallo IACP ma chi “aveva un’arte nelle mani, quella casa se l’è fatta”. In questa definizione non si capisce bene dove stà l’abusivismo di necessità, se nella burocrazia dello IACP o nella frenetica voglia di chi ha “l’arte in mano” (ma anche disponibilità economica evidentemente) di realizzarsi una propria casa senza porsi il problema di chiedere un’autorizzazione al comune, fatta poi eccezione per gli immobili realizzati in aree vincolate su cui non si ammette tolleranza alcuna (ma sempre e solo se lo ordina la procura fingendo di non sapere forse che le ordinanze di demolizione possono essere emesse anche dai comuni, dai sindaci e dalla regione).

In ogni caso, l’esempio virtuoso sarebbe proprio, a loro dire, quello del Comune di Bagheria, dove un regolamento comunale non butta giù le case delle famiglie bisognose o che non insistono nei 150 metri o nelle zone di vincolo e inedificabilità assoluta; senz’altro un buon “modello”, ma per tutti coloro che operano nell’illegalità (sembra inoltre che in quel comune le norme si applichino in parte, sembrerebbe che le ordinanze di demolizione si facciano ma non si hanno notizie né delle sanzioni né degli eventuali procedimenti disciplinari nei confronti dei funzionari comunali) vista la sostanziale indulgenza dell’Amministrazione – a cominciare dal suo primo cittadino, Patrizio Cinque – nei confronti degli abusivi.

Viene da sé, che parlare di abusi di necessità – che non possono non essere presi in considerazione se non come una vera e propria categoria di comodo – significa non avere contezza delle proporzioni di questo problema, trasversale su tutto il territorio del nostro Paese, e sempre più penetrante in Sicilia, ormai candidata a divenire molto presto un “Regno abusivo delle due Sicilie”, ovvero un luogo dove le case non vengono giù.

Stupiscono, con la seconda versione, le recenti dichiarazioni rilasciate da Giampiero Trizzino – già deputato regionale e assessore designato all’Ambiente in caso di trionfo M5S alle regionali del 5 novembre – in materia di abusivismo: l’assessore in pectore sarebbe, infatti, propenso ad istituire un fondo regionale per demolire le strutture abusive; in buona sostanza, sarebbe intenzionato a proporre uno strumento che la sottoscritta ha già inserito (con opportuna copertura finanziaria bollinata dalla commissione bilancio) nella c.d. PDL Falanga, ora vicina all’approvazione finale in Parlamento. Sono lieta di constatare che Trizzino, da avvocato che probabilmente conosce le competenze dei comuni e delle procure, sia in linea con il “modello Mannino” (che, chiaramente, nulla ha a che fare con il modello Bagheria)!!!

Ed infine, ancora Cancelleri a sorprenderci con la terza versione: in caso di vittoria, ha dichiarato che nella sua squadra di governo ci sarà anche Angelo Cambiano, l’ex sindaco (ribattezzato dai giornali), in teoria, anti-abusi di Licata! Una scelta che mi stupisce anche e, soprattutto, in considerazione del fatto che proprio in occasione delle polemiche scoppiate nei giorni della sua sfiducia, Cambiano aveva polemizzato con lo stesso Cancelleri, proprio per la sua posizione in ordine all’abuso di necessità. Ma a parte questo, questa nomina è la prova di come ormai anche il M5S prenda posizioni in base all’emozione o a ciò che i giornali scrivono in quel momento su un determinato tema. Personalmente questa nomina a me stupisce poiché a meno di ufficiali dichiarazioni dell’ex sindaco Cambiano, non mi risulta che sia stato altrettanto rigoroso quand’era vicesindaco con dell’amministrazione precedente. Basta una breve ricerca per scoprire che nel 2013 il candidato Sindaco di Licata era il Sig. Balsamo (che poi vinse le amministrative e fu nominato l’11 giugno 2013) dichiarando apertamente (guarda il video del candidato sindaco del 2013 di Licata Balsamo) le sue intenzioni di voler mettere in vendita (ad un prezzo medio di 45 mila euro) gli immobili abusivi. Il vicesindaco di Balsamo di quella amministrazione è stato appunto il Sig. Cambiano (nominato vicesindaco il 21 giugno 2013). Successivamente il Sindaco Balsamo viene arrestato (il 24 luglio 2014) e Cambiano per circa 6 mesi prende il suo posto e proprio in questo semestre avvia le procedure per mettere in vendita gli immobili (con la delibera n. 24152 del 13/5/2014) i cui principali interessati erano ovviamente proprio i proprietari degli stessi. In quell’occasione, due mesi dopo la nomina a nuovo Sindaco di Cambiano, la regione Sicilia dichiara nulla la delibera (con nota n. 15806 del 25/7/2014 a firma del dirigente generale dell’assessorato Territorio ed Ambiente). A questo punto, a partire dal mese di ottobre 2015, interviene anche la procura, probabilmente sollecitata anche dalle mie segnalazioni (vedi questo link http://www.claudiamannino.com/2015/10/13/con-labusivismo-si-agisce/). Quello che è successo dopo è noto alle cronache nazionali, Cambiano da Sindaco salva immobili abusivi è diventato il Sindaco Anti-Abusivi ma solo perchè costretto dalla procura … chissà come la pensano i cittadini di Licata.

La quarta versione ovviamente è quella del Sindaco di Bagheria che (per quel che apprendo dai giornali) dopo essersi attivato sul tema (anche con azioni su cui la procura di Termini Imerese sta cercando di far chiarezza) a seguito di una norma fatta approvare dalla sottoscritta Minchiona, dichiara a mezzo stampa che il comune ha inviato più di 100 ordinanze di demolizione (contraddicendo quindi il candidato Cancelleri che continua a richiamare alle sole ordinanze emesse dalle procure) ma non si hanno notizie sulle criticate sanzioni da me introdotte (nel comma 4-bis dell’art. 31 del codice edilizia), né sul piano attuativo per effettuare le demolizioni.

La confusione è tanta e, quello che non si riesce a capire, è se la politica voglia decidere se occuparsi di questo tema, se abbia maturato un proprio convincimento sulla questione dell’abusivismo – e sulle azioni da mettere in campo per contrastarlo – o se, invece, sia ancora orfano di un’idea o di un metodo: ciò che è certo, è che la Sicilia non può permettersi indecisioni e continui voltafaccia su una materia così delicata.

La magistratura porta avanti il suo lavoro, certo, ma non si può pensare che l’azione giudiziaria rappresenti l’unica leva per contrastare il fenomeno dell’abusivismo e provvedere alle demolizioni: abbiamo bisogno di una politica responsabile e di amministratori capaci, che siano in grado di applicare le leggi e che abbiano il coraggio di esporsi in prima persona contro questa piaga.

 

Vedi questa rassegna-stampa-vendita-abusivi a Licata

Una nota dell’associazione “A Testa Alta” del territorio di Licata

Una nota inviata all’Assessorato Ambiente dell’Associazione “A Testa Alta” sul regolamento di Bagheria

 

Note:

1 Di questi fantomatici regolamenti comunali ne esistono davvero tanti e in sostanza sono tutti uguali: una deroga alla legge. Solo per fare qualche esempio eccone alcuni:

  1. L.R. Sicilia n. 17 del 31.5.1994 (cfr. art. 4);
  2. L.R. Campania n. 5 del 6.5.2013 (cfr. art. 1, comma 65);
  3. delibera consiliare del Comune di Praiano (Salerno) n. 20 del 30.9.2014;
  4. delibera consiliare del Comune di Praiano (Salerno) n. 6 del 15.2.2016;
  5. regolamento per l’assegnazione degli immobili abusivi di cui alla delibera consiliare del Comune di Scordia (Catania) n. 221 del 25.10.2013;
  6. regolamento per l’assegnazione degli immobili abusivi di cui alla delibera consiliare del Comune di Casal di Principe (Caserta) n. 10 del 18.5.2015
  7. delibera consiliare del Comune di Sant’Antimo (Napoli) n. 60 del 8.11.2013;
  8. delibera consiliare del Comune di Calatafimi Segesta (Trapani) n. 43 del 7.7.2015;
  9. TAR Campania, Sez. II, n. 2206 del 3.5.2016;
  10. Cons. Stato, Sez. VI, n. 6155 del 5.12.2014

 

 

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