La “famosa” legge italiana che ha imposto il pagamento di 2 centesimi per i sacchetti biodegradabili di frutta e verdura è in parte il recepimento di una Direttiva Europea. Peccato che ci sia un grosso errore, che porta a mettere sullo stesso piano la PLASTICA e i materiali naturali come il COTONE.
E quindi? Quindi i consumatori sono beffati, e l’ambiente non ne trae giovamento. Vediamo perché nelle parole di Claudia Mannino, Deputata, che ha presentato un’interrogazione parlamentare.
Claudia Mannino,
Deputata uscente candidata come capolista alle politiche di marzo 2018 per i Verdi: “Non vogliamo parlare della polemica relativa ai 2 centesimi per il sacchetto biodegradabile per frutta e verdura, ma della contraddizione nata dal recepimento della normativa Europea: in pratica la mancata distinzione mancata distinzione, all’interno della legge di conversione, tra polimeri chimici (come la plastica) e polimeri naturali (seta, cotone, carta,…) fa sì che i polimeri naturali e biodegradabili vengano sottoposti alle stesse restrizioni alle quali sono sottoposti quelli chimici, ovvero al loro pagamento obbligatorio. Una beffa per i consumatori, e un chiaro tradimento dello spirito della normativa. Abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare nella quale chiediamo ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di inserire la distinzione fra polimeri naturali e chimici nella normativa, eliminando così le restrizioni riguardanti i naturali, per agevolare l’uso di materiale biodegradabile e riciclabile, eliminando costi a carico del consumatore.”
Trattandosi di un problema generato da una Direttiva UE, che recupera un regolamento Europeo,
Marco Affronte è intervenuto con un’interrogazione (che trovate sotto)
“La situazione che si è venuta a creare è paradossale, anche perché l’inghippo sembra piuttosto semplice. Sia la Direttiva Europea 2015/720 che la legge italiana 3 agosto 2017 n. 123 danno la definizione di plastica, e dicono che la plastica è “un polimero ai sensi dell’articolo 3, punto 5), del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio”. Ma purtroppo l’art. 3 punto 5 del reg. 1907/2006 dice che un polimero è “una sostanza le cui molecole sono caratterizzate dalla sequenza di uno o più tipi di unità monomeriche, ecc… ecc…”, includendo quindi anche i polimeri naturali!
Assimilare plastica a seta, carta o cotone è, ovviamente assurdo.
Abbiamo quindi depositato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere un chiarimento al riguardo ed invitare ad una correzione della Direttiva.
Così com’è la legge oggi disincentiva anche l’uso di materiale perfettamente eco-compatibile.
Qui di seguito invece l’interrogazione inviata al Parlamento Nazionale!
interrogazione borse plastica