Ieri 7 maggio 2018 ho avuto il piacere di partecipare alla Conferenza Stampa, ospitata presso i locale del Comitato Don Beppe Diana, organizzata dal Consozio Polieco che così come sto tentando di fare io da quasi un anno, ha sollevato (in perfetta solitudine rispetto agli altri consorzi che si hanno in tema di rifiuti) l’allarme sui troppi impianti di gestione e trasformazione dei rifiuti che progressivamente continuano ad andare in fiamme.
Mi ha fatto molto piacere vedere come il lavoro di mappatura che porto avanti da maggio dell’anno scorso sia stata utilizzata dal consorzio per fare ulteriori valutazioni che stanno portando non solo a prendere coscienza del fenomeno ma soprattutto a rendere palese che dietro questi fenomeni incendiari c’è un “sistema” (che di circolare ha ben poco) di gestione delle materie riutilizzabili volutamente autodistruttivo. Il Polieco ha infatti reso noto che gli è stato ufficialmente chiesto quali saranno i prossimi incendi che si vedranno (al fine di poterli prevenire), il che oltre ad essere anomalo come domanda è sinonimo del fatto che probabilmente di accidentale o autocombustivo questi fenomeni hanno ben poco; la domanda che mi pongo quindi è: chi è quel soggetto (o che soggetti) che ha una visione/rapporto con tutte (o buona parte) delle imprese che gestiscono i materiali della raccolta differenziata o gli scarti di produzione industriale?
Io una risposta me la sono data già da tempo! voi?
In occasione di questa mia presenza a Casal Di Principe ho avuto anche il piacere di andare a visitare un’impianto di trattamento rifiuti che ha da poco compiuto 100 anni, la Di Gennaro spa. Una visita inaspettata sia per me (che non avevo decisamente l’abbigliamento adatto, sia per l’impresa che mi ha accolto con un operatore intento a pulire i piazzali a seguito dell’intenso lavoro del giorno prima). L’impianto, (costato meno di 10 milioni di euro) volendo è tecnologicamente anche semplice, così come semplice è il sistema di riciclo dei materiali, un sistema in cui ogni cosa ed ognuno ha un preciso ruolo e tutto deve essere coordinato. Guardando le foto che qui vi allego appare subito lampante la quantità di ecoballe che l’azienda ha nei piazzali e che sono in attesa di essere ritirati (perchè già venduto nel mercato libero).
La mente è subito andata al TMB di Palermo, costato ben 23 milioni di euro ed incompleto nel suo ciclo produttivo, sia perchè produce uno stabilizzato da portare in discarica, sia perchè non chiude il processo produttivo con la pressatura e le balle da rimettere in circolo (oltre a lasciare un rifiuti volumentricamente ingombrante) sia perchè non valorizza la ricchezza che può portare una corretta gestione anche dal punto di vista lavorativo. Nell’azienda Di Gennaro ci lavorano ad ogni turno lavorativo circa 15/17 persone e l’impianto non si ferma mai… a Palermo, oltre ad avere un impianto fermo a Partanna Mondello, abbiamo un TMB che viene sovraccaricato di rifiuti poiché è stato progettato per 750.000 tonnellate l’anno ma soprattutto per dei comuni che dovrebbero aver già raggiunto il 65% di raccolta differenziata.
La sicilia resta indietro, nonostante un assessore nordico, e di molto anche rispetto alla Campania.
Non dimentichiamoci quindi che il primo tassello di questa fantomatica “economia circolare” (che in Italia è lineare poiché poco o nulla il paese pensa a supportare imprese che possano ritrasformare questi materiali in nuovi prodotti) siamo noi cittadini con l’enorme quantità di rifiuti che quotidianamente produciamo ed in tal senso mi ha fatto molto piacere sentire l’intervento dell’assessore all’ambiente del comune di Casal Di Principe, Mirella Letizia, che ha raccontato come in questi anni di amministrazione comunale hanno portato avanti, prima ancora di una buona gestione del sistema dei rifiuti, politiche volte a portare i cittadini a PRODURRE MENO RIFIUTI, poiché la loro riduzione è sin animo di minori costi di gestione e quindi minori tasse per i cittadini.
Ringrazio quindi Claudia Salvestrini per avermi invitato a questa conferenza stampa e per aver dedicato l’edizione del mese di Aprile 2018 (intervista) della loro rivista “PoliEco Magazine” al lavoro di mappatura degli impianti che vanno in fiamme.
ed a questo link la mappa degli incendi aggiornata: http://www.claudiamannino.com/2018/05/03/la-mappa-degli-incendi/ (la mappa)
Il lavoro, decisamente, va avanti!
Articoli:
https://www.cronachedellacampania.it/2018/05/da-casal-di-principe-parte-lallarme-roghi-negli-impianti-di-trattamento-dei-rifiuti/
TG3 – Leonardo https://www.youtube.com/watch?v=Vio4pAdLXvk